XII Convegno dell'Associazione Germanofona degli Italianisti
print

seleziona lingua

breadcrumb


contenuto

Letteratura

Coordinano: Barbara Kuhn (Eichstätt-Ingolstadt), Florian Mehltretter (Monaco) und Christian Rivoletti (Erlangen-Norimberga)

Nell'ambito degli studi di letteratura e di storia della cultura, il concetto di movimenti, inteso ora in senso concreto, ora in senso metaforico, si lega a una serie eterogenea di aspetti che potranno essere oggetto di attenzione all’interno della sezione. Prendendo le mosse dal significato letterale della parola, intenderemo i movimenti in senso concreto e il rilievo da loro variamente assunto nell’ambito letterario innanzitutto in quanto movimenti di persone, in particolare da un luogo all’altro. Parleremo dunque di migrazioni nel senso ampio del termine, dai viaggi (immaginari o di altro tipo) del Medioevo e dell’epoca premoderna, attraverso la moda settecentesca del Grand Tour, per arrivare sino alle moderne forme di turismo e, da lì, alla questione attuale della migrazione in senso stretto, la quale dischiude a sua volta un vasto spettro tematico.

Ci riferiamo qui, in particolare, alla ricca produzione letteraria apparsa nell’ambito degli studi postcoloniali degli ultimi decenni, la quale non è affatto limitata ai testi delle autrici e degli autori giunti in Italia con la prima, la seconda o la terza generazione di emigrati dalle ex-colonie italiane, bensì comprende, ad esempio, anche gli scritti di Jhumpa Lahiri o Amara Lakhous e di molti altri che scrivono in italiano, divenendo così testimoni di una "letteratura in movimento" e "senza fissa dimora". Ma ci riferiamo anche al rilievo assunto dalla condizione dell’esilio nella letteratura italiana, dalle sue origini sino ai nostri giorni – basti pensare all’influsso decisivo esercitato sulla vita e sulle opere, tra gli altri, di un Dante, di un Petrarca o di un Foscolo. E intendiamo riferirci, ancora, tanto al fenomeno delle ondate migratorie in direzione dell’America, evocate da Leonardo Sciascia nel racconto Il lungo viaggio, quanto ai testi di coloro che per lungo tempo sono stati chiamati "Gastarbeiter", e dei loro discendenti, i quali raccontano – come accade in Tra due mari di Carmine Abate – dell'andirivieni tra il sud e il nord. Poiché parte di questi testi è comparsa prima in tedesco, parte invece prima in italiano, il fenomeno concreto del movimento oscillatorio tra Italia e Germania si riflette, in questo caso più che in altri, nel movimento della traduzione in quanto "trasferimento" da una lingua all’altra.


L’immagine del "trasferimento" rinvia al contempo alla relazione tra movimenti e mezzi di "movimentazione" o, più comunemente, di trasporto, i quali – non da ultimo nelle loro trasformazioni storiche – rilanciano a loro volta la questione del nesso tra movimento e letteratura: un legame che, sulla base dell’esempio della ferrovia e delle sue conseguenze per la movimentazione delle persone, è stato illustrato nella letteratura (non solo italiana) da Remo Ceserani nel suo Treni di carta. Analogamente sarà importante, nel contesto della sezione, riflettere su questa questione e analizzarla più precisamente attraverso l’indagine di generi tra loro diversi, dai resoconti di pellegrinaggi ai roadnovels (che costituivano le basi per i roadmovies, oppure ne rappresentavano il seguito), dai diari di viaggio, che mettevano in relazione lo scorrere del tempo con il movimento attraverso lo spazio sino ai racconti dei viaggi in mare da isola a isola (si pensi alla Navigatio Sancti Brendani, nel Medioevo e poi in seguito diffusa e tradotta in molte lingue volgari, tra cui il veneto), dalla letteratura fantastica alla science fiction e a molto altro.

Il termine 'movimenti' può tuttavia essere inteso anche in senso figurato e far pensare (nel contesto della nostra sezione in particolare) a movimenti letterari e a correnti letterarie (anche quest’ultime implicano pur sempre l’idea di movimento), fenomeni di estensione minore rispetto alle epoche letterarie, che pur tuttavia possono rivelarsi di grande aiuto e utilità per definire la periodizzazione degli sviluppi storici, soprattutto qualora venga riconosciuto il loro dinamismo, cosicché la storiografia (non soltanto letteraria) non venga congelata in una rigida nomenclatura di 'movimenti'. Esemplare risulta essere in proposito il concetto di 'modernismo', con il quale si fa riferimento non a un movimento unitario, bensì piuttosto a una ricca serie di movimenti che attestano, nell’arte e in particolare nella letteratura tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il sorgere di qualcosa di nuovo, senza per questo implicare rotture radicali con la tradizione, a differenza di quanto propagandato invece dalle avanguardie storiche e soprattutto dal futurismo, uno dei primissimi movimenti d’avanguardia.

Con il futurismo ci troviamo ad affrontare anche un altro aspetto rilevante in rapporto al termine 'movimenti', aspetto non limitato al futurismo, ma che in quest’epoca diviene particolarmente visibile. È infatti a partire dall'"immaginazione senza fili" e dalle "parole in libertà", concetti che mirano a sostituire a strutture presumibilmente rigide la dinamizzazione della lingua, dei testi e di altre forme espressive, che diviene legittima una riflessione più approfondita sulla relazione tra dinamismo e staticità nei testi letterari, nonché un'indagine su come il movimento (o i movimenti) possa(no) realizzarsi non soltanto in senso tematico, bensì anche in senso strutturale e negli ambiti dell’estetica della produzione e della ricezione artistica. Del resto, già alla fine del XIX secolo, Mallarmé aveva precorso l’idea dell’ipertestualità con la sua intuizione di un livre nel quale ogni pagina fosse collegata a tutte le altre; un’idea poi nuovamente pensata e descritta da Deleuze e Guattari attraverso l’immagine del rizoma. Dal canto suo l’oulipista Calvino, per esempio, non soltanto affronta temi come "rapidità" e "molteplicità" nelle sue Lezioni americane, bensì racconta di una «rete di linee che s’allacciano» e «che s’intersecano» in Se una notte d’inverno un viaggiatore, e proietta in tale rete la struttura mobile del suo romanzo, che, come illustra già l'indice, mette in dialogo (se non addirittura in conflitto) il modello dell'albero con quello del rizoma. Dal momento che il testo stesso, che ha per protagonisti libri, lettori e lettrici, sposta l’attenzione sulla lettura, la quale a sua volta, da un procedimento tendenzialmente o idealmente lineare, assume una dinamica multidirezionale e aperta, quasi imprevedibile, Calvino ripropone una volta di più la questione dei movimenti e della "movimentabilità" nella letteratura.

Le proposte per le relazioni potranno dunque riferirsi sia alla tematizzazione dei movimenti all'interno dei testi, sia a movimenti e concetti letterari, nonché ai loro sviluppi, sia alla "flessibilità" e mobilità dei generi letterari e dei loro confini, come pure delle strutture liriche, drammatiche, narrative o saggistiche, sia infine ai movimenti in quanto effetti provocati dal testo letterario, che sin dai primordi della sua storia millenaria si è assunto espressamente l’obiettivo di movere.

Programma della sessione parallela di letteratura